Cansiglio, suggestioni autunnali
"L'autunno a noi promette primavera, a voi l'inverno"
Macchine come me, Ian McEwan

Il Cansiglio ... la foresta e i suoi abitanti, la Piana e la nebbia.
Non c'è che da scegliere ... basta salire dal lato del lago di Santa Croce attraversando i meravigliosi territori dell'Alpago o dal lato della pianura Padana percorrendo la dorsale da Fregona o da Caneva ed immergersi finalmente nelle delicate visioni dell'altopiano, declinate nelle varie stagioni.
Ho visitato questo luogo molte volte negli ultimi tre anni, nelle diverse stagioni, scoprendo sempre elementi mutevoli, nuove situazioni, nuove suggestioni. Ne è nato un piccolo progetto fotografico dedicato all'autunno, la mia stagione preferita.
In Cansiglio, per la sua peculiare conformazione a catino con tre depressioni centrali e una quota media di circa 1000 m, si assiste al particolare fenomeno dell'inversione termica, per la quale le temperature, nelle zone di fondo dell'altopiano, o in generale, nelle aree a minor altitudine, sono più rigide rispetto a quelle delle alture circostanti, ossia la temperatura aumenta all'aumentare della quota. Dai versanti scende un flusso d'aria fredda che ristagna a lungo sulla piana, poiché le uniche vie, attraverso le quali essa può raggiungere la pianura circostante, sono rappresentate a sud dal valico della Crosetta, quota 1120 m, e a nord da quello del Campon, quota 1050 m. Ciò causa, nelle stagioni più fredde, la frequente formazione di nebbia e la persistenza della neve.
Quassù trovo sempre pane per i miei denti. Amo la nebbia per la sua capacità di celare il superfluo esaltando l'essenziale, cosicché emergono solo gli elementi, pochi per definizione, che caratterizzano la scena in quel momento. A intervalli di tempo casuali l'immagine del paesaggio si ridefinisce, prende nuove forme acquisendo identità inedite, perchè la nebbia fluttua, corre sospinta dal vento o staziona addensandosi, è volubile la nebbia, talvolta capricciosa, si affida alla sua propria natura. E' emozionante scoprire che nulla è scontato, può apparire un dettaglio già visto, magari in veste più trasparente e più nitida, così come può svelarsi solamente l'intuizione di un oggetto o di un soggetto, che talvolta rimane un abbozzo, un appunto di un artista geniale.







Può capitare che i pochi elementi eletti in quell'istante a calcare la scena appaiano stilizzati, a volte privi di quel colore che la memoria è pronta a suggerirci e liberi da una precisa collocazione nello spazio. Stanno lì, per un tempo indefinito, sospesi, appena accennati, armoniosi, ancorchè sfumati, un po' sbiaditi, a tratti contrastati nella soffice coltre, dalle mille sfumature di grigio, di una struggente bellezza. A volte sembrano condensati, alberi riuniti il tempo necessario per la foto, altre volte appaiono dispersi, troppo lontani tra loro, ma si tratta sempre di suggestioni, effetti ottici che la nostra mente, incline all'abitudine e all'ordine delle cose, colloca all'interno di limiti di sicurezza, simmetrie, connessioni logiche, assiomi e corollari tutti ben in ordine ...


In Cansiglio, per riuscire a cogliere l'incanto di queste infinite e mutevoli atmosfere autunnali, bisogna convivere con condizioni ambientali non molto favorevoli, ma sono il preludio necessario per assistere all'incanto della trasfigurazione del paesaggio, ogni volta diverso, ora sono le cime dei faggi ad emergere, ora sono i tetti delle case, ora le punte degli abeti e così il paesaggio che ho nella testa viene ridiscusso ogni volta e ... ne vale sempre la pena! Il paesaggio si dilata inverosimilmente, a seconda di come la nebbia si adagia o si infila e a seconda che i raggi del sole riescano a scaldare quella coltre meravigliosa creando lo stacco tra colori caldi e colori freddi, che dura sempre troppo poco. Prima dell'alba quando la notte avvolge indistintamente ogni cosa, la nebbia contribuisce a caricare di emozione l'attesa dei primi, promettenti bagliori. In questa fase crepuscolare è densa, di un grigio scuro uniforme, intrisa di goccioline che si appoggiano sulle ciglia e sui ciuffi di capelli liberi dal berretto. Qualche rumore furtivo mi costringe a spalancare gli occhi, riflesso istintivo, come se fosse quello il modo più efficace di vedere oltre la notte, attraverso la nebbia e oltre la foresta ... E' la metamorfosi durante il piccolo tempo, le ore del giorno, all'interno di una metamorfosi del grande tempo: la stagione.




La nebbia ben si accompagna con la fotografia in bianco e nero, anzi, lei stessa suggerisce quell'incipit per cui mi viene facile osservare il paesaggio come se fosse monocromatico, anche se non lo è, salvo poi ... restituirgli i colori donati dalla natura.


Potrei rimanere ore a osservare la stessa porzione di paesaggio e vedere susseguirsi panorami diversi, ora perchè è emerso un dettaglio o è stato celata una porzione o perchè la luce scalda un'area di bosco o perchè, all'improvviso, appare un cervo ... Questo è il loro habitat, parzialmente nascosti dalla fitta coltre, in questo periodo dell'anno rompono il silenzio con i loro bramiti, eleganti, superbi e solenni mammiferi.

Sono protagonisti, insieme alla nebbia e alle brume del crepuscolo, di incontri emozionanti, di apnee non solo figurative ma effettive: è bene non farsi nè vedere, nè sentire, sono loro i veri abitanti di questo spazio che tanto mi piace, ma un legno spezzato o la cerniera della giacca, chiusa al momento sbagliato, potrebbero vanificare la sveglia alle 4:30 del mattino, l'appostamento di due ore e annullare un momento irripetibile, oltre che interferire con un equilibrio assai delicato.
Più o meno da metà settembre a metà ottobre i cervi maschi si sfidano per dimostrare la loro supremazia sulle femmine, rispetto ai rivali, ai fini di assicurare la prosecuzione della specie. In questa fase si confrontano a voce emettendo quel verso caratteristico, il bramito, potente, penetrante, una via di mezzo tra il ruggito e il muggito (più ruggito direi). Più raramente, si fronteggiano a colpi di palco, sia nella foresta, che nelle radure. E' un periodo molto delicato, di incessante e frenetica attività per i maschi e di forte dispendio di energie. Nel loro rispetto, per evitare di disturbarli, è necessario attenersi alle regole quando si sosta nel loro territorio..




Mentre loro rientrano nella foresta a cercare protezione per il giorno appena iniziato, condotti dal più valido, coraggioso e forte tra i combattenti in campo aperto, io e il mio compagno di tanti pazienti appostamenti, li seguiamo con lo sguardo, immobili, in silenzio, certi che ancora un volta la sveglia impopolare ci ha condotti a vivere, con grande emozione, l'inizio di una nuova giornata.
Sono le 8:30 ... il caffè di rito, al limitare del bosco silente, non può più attendere ...